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Editoriali

Via Schio, rinascita solo con una nuova proprietà

Da 7 Aprile 2013 - 22:40Non Ci Sono Commenti4 min leggere

Dal terreno di gioco il verdetto non è mai emerso in modo così lampante, nemmeno dopo le sfide play out perse a Trieste ed Empoli: nella stagione attuale 32 punti in 35 partite, 7 vittorie in tutto di cui 2 con il derelitto Grosseto e nessuna contro le dirette concorrenti alla salvezza, 9 ko casalinghi (un record) e un successo che al Menti manca da quasi cinque mesi, 1 punto nelle ultime 5 partite, nel momento in cui sarebbe servito il cambio di passo per provare a inseguire l’ennesimo miracolo del finale di stagione.

Dirigenti, tecnico e giocatori che ormai non credono più alla salvezza, nemmeno presa per i capelli con la roulette degli spareggi, e sabato neanche hanno provato a costruire castelli di sabbia a beneficio dei media per le residue 7 giornate di campionato, preferendo il profilo basso e i propositi di concludere dignitosamente la stagione ai proclami o alle promesse di riscossa.

Che sia Lega Pro, dunque, inseguita per stagioni e stagioni e infine conquistata. “E adesso che cosa succederà?”. Le opzioni possibili sono al momento tre.

La prima ipotesi è che l’attuale proprietà (Cassingena e altri soci Sisa, alcuni dei quali mai resi noti), dopo nove stagioni disastrose sotto il profilo sportivo e manageriale, travolta dai debiti verso l’Erario (in 60 mesi ci sono da pagare 2,4 milioni di euro di Iva, prossima rata a luglio) e fornitori, stordita da due retrocessioni sfangate a tavolino e da una imminente, oltre che dalla contestazione, metta mano al portafoglio come non ha mai fatto e faciliti il passaggio di proprietà ad uno o ad un gruppo di imprenditori che vogliano ripartire da zero e risollevare le sorti del Vicenza calcio. Alcune offerte ci sono già, ma saranno decisive le intenzioni di Cassingena e soci.

Il secondo scenario possibile è la (s)vendita delle quote di maggioranza a qualche cordata di emergenza, di quelle che come avvoltoi girano intorno alle società di calcio in difficoltà e che potrebbero scendere in campo anche a Vicenza, nonostante lo scivolone in Lega Pro. Anche in questo caso i documenti sono sul tavolo del delegato alla vendita, il presidente Tiziano Cunico.

Nel terzo e peggiore dei casi, sarebbe fallimento. Sono diversi i creditori della società biancorossa che iniziano a temere di non rivedere più i propri quattrini. E ad ogni sconfitta aumenta il rischio di una pioggia di decreti ingiuntivi da parte di questi fornitori, fino ad oggi rimasti muti e pazienti in attesa degli eventi.

Ora più che mai servirebbe un guizzo, da parte delle istituzioni e dell’imprenditoria vicentina, per prefigurare altri scenari. Ma non c’è granché da attendersi, in una città dove gli sport di punta di alto livello, il basket maschile e rosa e il volley femminile ben prima del calcio, sono stati spazzati via anche dall’inerzia di politici e imprenditori locali.

Abbiamo spesso, in un passato non sospetto, lanciato l’allarme sul novello Titanic biancorosso che all’ombra dei berici stava andando ad urtare l’iceberg, con pericolo di affondamento. Altrettanto spesso siamo stati (con arroganza) tacciati di eccessivo pessimismo e disfattismo. Oggi la realtà è sotto gli occhi di tutti e a sorpresa scopriamo che sono in molti ad essere saliti sul nostro carro. Ma essere adesso in nutrita compagnia, purtroppo, non cancella l’amarezza di una situazione che mai avremmo voluto per il nostro amato Lane.

Per questo ci sentiamo di chiudere con un appello a questa società che ci ha tolto tutto, riservandoci innumerevoli amarezze e delusioni, calpestando la stessa storia del Vicenza, senza mai avere l’umiltà di un’ammissione di colpa, di una presa d’atto delle sue responsabilità: non cancellate 111 anni di storia, non portate il club ad un inaccettabile fallimento! “Questa curva non retrocede” cantava ieri parte della Sud, ma purtroppo saranno proprio i tifosi biancorossi a pagare il prezzo più alto, loro che sono il patrimonio più grande del Vicenza calcio. E che nonostante tutto sono pronti a ripartire anche in Lega Pro, sostenendo una nuova dirigenza con intenzioni e programmi seri per rilanciare il club.

Se la retrocessione dovesse portare a questo, il futuro del Vicenza sarebbe roseo. L’importante è che l’attuale proprietà capisca che il suo tempo è finito. Serve ripartire da zero e ricostruire sulle attuali macerie, con persone nuove e competenti che sappiano portare avanti una progettualità vera. Altra via non c’è, Vicenza e i suoi tifosi non aspettano altro.

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Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net

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