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Con due vittorie consecutive ottenute al “Menti” contro la Pro Vercelli, e nell’ultimo turno al “Partenio” di Avellino, il Vicenza è uscito dalla zona retrocessione, anche se nel fondo della classifica Virtus Entella e Modena appaiate a 15 punti devono recuperare la gara rinviata domenica scorsa a causa dei gravi danni procurati nella zona di Chiavari dall’alluvione dei giorni scorsi. Il Vicenza è salito a quota 16 punti, 6 di questi conquistati da Pasquale Marino, il nuovo tecnico dei berici che ha sostituito Giovanni Lopez all’undicesima giornata, turno in cui i biancorossi sono stati sconfitti davanti al pubblico amico dal Modena. Parlare di svolta dal punto di vista del rendimento e della classifica pare decisamente prematuro, quello che invece è certo è che il Vicenza di mister Marino ha disputato, Carpi a parte, due buone gare, presenta delle differenze nel modulo, ed in parte anche negli interpreti che finora hanno composto l’undici iniziale. Mister Lopez si era sempre affidato, gara di esordio a Trapani a parte quando il Vicenza giocò con il 4-4-2, al 3-5-2 un modulo che ha garantito una buona solidità difensiva, ma scarsa pericolosità offensiva, situazione che è stata aggravata dai gravi infortuni che hanno colpito in serie il giovane napoletano Gennaro Tutino, il bomber della passata stagione Piergiuseppe Maritato, e il gioiello della campagna acquisti di settembre Antonino Ragusa. Perdite importanti, che sono state fondamentali anche nell’esonero di mister Lopez, a cui la società berica ha imputato la costante applicazione del 3-5-2, a discapito del 4-3-3, ritenuto più adatto alla rosa biancorossa, che mister Marino sta adoperando nelle sue prime gare sulla panchina biancorossa.

Moduli e schieramenti a parte, le statistiche, e i numeri delle prime quattordici giornate stabiliscono che il Vicenza finora è riuscito a calciare molto poco nello specchio della porta, appena tre volte in media a gara, mentre la pericolosità in percentuale, considerando le capacità di tenere il possesso palla, verticalizzare, oppure giungere al tiro, è molto bassa, appena del 33,4%. In entrambe queste particolari statistiche, il Vicenza si trova all’ultimo posto della Serie B, mentre meglio va col possesso palla dove la compagine berica occupa la parte media bassa della graduatoria. Dati che non sono mutati nelle tre gare della gestione Marino, e che indipendentemente da chi siede in panchina, non possono certo rassicurare per il prossimo futuro, nonostante il cambio di panchina abbia portato due vittorie di fila e che al momento il Vicenza abbia rialzato la testa. In questo contesto pare chiaro come sia necessario andare a rafforzare l’organico a disposizione di mister Marino che, come il suo predecessore, non può certo continuare a giocare con Cocco come unico attaccante di ruolo disponibile nell’organico. Ecco quindi che nell’ormai prossimo mercato di gennaio, il Vicenza dovrà rafforzare il reparto offensivo con almeno due elementi, un attaccante e un esterno offensivo adatto al 4-3-3 di mister Marino. Le prime voci portano a due giocatori di proprietà dell’Atalanta, Matteo Ardemagni che attualmente è allo Spezia da dove se ne andrà per chiara incompatibilità con il tecnico dello Spezia Nenad Bjelica, e Salvatore Molina che in serie A con la maglia nerazzurra sta trovando poco spazio. Contatti sarebbero già in corso con l’Atalanta a cui piace il giovane biancorosso Giovanni Sbrissa, sul quale ha chiesto informazioni anche l’Udinese. Qualcosa potrebbe muoversi anche in difesa dove è sempre seguito Milan Milanovic, il cui eventuale arrivo porterebbe alla cessione del giovane Oualid El Hasni. Ma con che disponibilità il Vicenza si presenterà al mercato di gennaio. Basteranno le probabili cessioni di Sbrissa ed El Hasni per riuscire a fare una campagna acquisti degna della categoria?

Domande che al momento non trovano risposte certe, così come lasciano abbastanza perplessi le dichiarazioni del presidente Tiziano Cunico, ospite lunedì sera a TVA. Sostenere che i debiti attuali ridotti a 10, 8 milioni (dato che andremo come ogni anno a verificare non appena i bilanci saranno pubblicamente disponibili) siano di poco superiori dei 7 ereditati dall’Enic non ci sembra possa essere una giustificazione dopo dieci anni di mala gestione sportiva e finanziaria. Nella disamina generale sarebbe stato più corretto partire dal confronto, che avevamo già riportato in data 13 maggio, tra i numeri lasciati dalla finanziaria inglese e quelli attuali: nel 2004 i debiti tributari erano di fatto vicini allo zero mentre adesso superano i 6 milioni e mezzo. L’indebitamento generale è passato da 7 milioni circa a quasi 15 e il valore della rosa attuale non è nemmeno paragonabile all’attuale considerato che nel Vicenza ereditato c’erano giocatori come Avramov, Padoin, Biondini, Roberto Vitiello, Bonanni, Luca Rigoni, Jeda, Schwoch e Margiotta. Lasciamo al lettore ogni valutazione, ed aggiungiamo che un’altra cosa è passata in silenzio quando invece ha, a nostro avviso, una importanza rilevante. Questa società ha venduto i campi di gioco del centro tecnico di Isola Vicentina alla River Srl, un patrimonio del Vicenza calcio che adesso paga (meglio, dovrebbe pagare …) un affitto per continuare ad allenarsi al “Piermario Morosini”. L’allora presidente della società berica, Sergio Cassingena, disse che nei momenti di difficoltà si deve vendere i gioielli di famiglia, cosa che però quando si cerca di tirare una sorta di bilancio della gestione di dieci anni ci si deve ricordare di menzionare. Se, e sottolineiamo se, in quest’ultimo esercizio i debiti sono stati realmente ridotti da quasi 15 a quasi 11 è un primo passo positivo, così come lo è stato quello di abbassare il monte ingaggi dei giocatori in rosa. Ma anche su questo argomento ci si deve ricordare che tra giocatori con il contratto in scadenza a giugno 2015, e tra calciatori arrivati in prestito che a fine stagione se ne andranno, al Vicenza resterà ben poco anche a livello numerico, tanto che, qualunque sia la categoria in cui si giocherà, si dovrà ricostruire quasi da zero, senza quella base che in una squadra di calcio è fondamentale per costruire un progetto che a Vicenza, obiettivamente, non s’è mai visto. Qualcuno obietterà che una società con costi fissi bassi è più appetibile per chi la vuole acquistare, noi replichiamo con una domanda che abbiamo già posto: la cessione del Vicenza calcio è veramente una priorità?

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Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net

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