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Il campionato cadetto, da sempre, è terreno fertile per grandi bomber che impreziosiscono la categoria con i loro gol e le loro giocate. Sono dei veri rapaci d’area di rigore, dei calciatori che diventano idoli per le tifoserie e modelli per i compagni, dei punti di riferimento insomma. La storia recente è ricca di questi attaccanti, capaci di scrivere pagine importanti in ogni piazza in cui siano stati. Tra questi ce n’è uno che in carriera ha segnato in tutte le categorie in cui ha giocato, e lo ha fatto con una costanza disarmante. Non importa se si trovasse davanti Cannavaro o un arcigno difensore dei campionati interregionali. Lui, Stefan Schwoch, il vizio del gol non l’ha mai perso. Nel campionato di B a girone unico è il re dei bomber con le sue 135 reti realizzate e questo basta per presentare un giocatore che il rapporto col pallone lo ha coltivato praticamente da sempre. L’attaccante bolzanino ha trascorso gran parte della sua carriera con la maglia del Vicenza, chiudendo la carriera in biancorosso ed iniziando proprio in Veneto la sua attività post calcistica nello staff della sua ex squadra. Ma nel suo passato c’è anche un’avventura, comunque rilevante, a Livorno. La sfida tra berici e labronici è una classica del campionato cadetto tra due squadre che, per storia e tradizione, fanno parte indissolubilmente del calcio italiano. Queste due squadre saranno protagoniste sabato di una sfida importantissima in chiave salvezza e proprio per questo Stefan Schwoch ha voluto presentare questa gara raccontando i suoi ricordi nelle due piazze.

Stagione 1994/95, un venticinquenne attaccante di Bolzano, di cui si parla un gran bene, si trasferisce da Pavia a Livorno per trovare la definitiva consacrazione tra i professionisti. Che ricorda di quel periodo?

Il ricordo di Livorno è tutto sommato positivo anche se c’è il rammarico di non aver centrato una promozione che sembrava comunque alla nostra portata. Siamo arrivati ad un passo dal nostro obiettivo perdendo solo ai play off contro il Castel Di Sangro l’accesso alla C1. È stata un’esperienza durata solo un anno ma ho ancora tanti amici in Toscana e ripenso comunque con piacere a quel periodo anche aldilà del lato prettamente sportivo.

Ma la parabola di Stefan Schwoch era destinata a salire. La C1, la B e poi anche la A con un unico denominatore comune: i gol fatti. Tanti, tantissimi. Dopo Napoli e Torino è arrivata la chiamata di quella che sarebbe poi diventata la sua nuova casa: il Vicenza. Che sensazione è stata?

Con Vicenza è tutta un’altra storia rispetto a tutte le altre esperienze perché di fatto è diventata la mia città. Ho passato 8 anni da calciatore e poi ho avuto anche la fortuna di entrare nello staff societario, senza contare che ormai in questa città ci vivo stabilmente. Ho avuto la fortuna di giocare tanto e di essere apprezzato quindi anche a livello sportivo, visto che a livello umano, come ho già detto, sono davvero soddisfatto. Credo basti questo per spiegare tutte le sensazioni legate a questa città e questa maglia.

Sabato Vicenza e Livorno si affrontano in una partita delicata vista la situazione in classifica per entrambe. Che partita potrà essere?

Spero di sbagliarmi ma ho paura che, in questa gara, lo spettacolo possa andare in secondo piano anche per due squadre che di norma giocano un bel calcio. Di solito queste gare sono molto tattiche visto che la posta in palio è altissima ed entrambe non vorranno commettere errori e, magari, la paura di perdere potrà condizionare entrambe. Il Vicenza ha il vantaggio di giocare in casa e vorrà sicuramente sfruttarlo ma di contro c’è un Livorno che ha cambiato da poco allenatore, così come accaduto ai veneti, e cerca la scossa. Colomba è un tecnico preparato, con un’ottima esperienza quando si tratta di lottare per la promozione ma anche per dare battaglia per non retrocedere. Di sicuro sa come ci si salva e la sua carriera lo testimonia. Lerda si è sbloccato ad Ascoli e vorrà continuare su quella strada perciò, alla luce di quanto detto, fare pronostici diventa impossibile. Credo proprio che sarà una gara al cardiopalma.

E su questa Serie B ConTe.it cosa ne pensa?

Il campionato cadetto è lungo e imprevedibile. Spesso si parla delle sorprese in testa alla classifica, e in questo senso il Crotone è un facile esempio, ma io dico che gli eventi inaspettati sono anche in fondo alla graduatoria. Nessuno ad inizio stagione avrebbe immaginato il Vicenza ed il Livorno a giocarsi uno spareggio salvezza a poche giornate dalla fine eppure la realtà dice questo. Una delle qualità di questo torneo è quella di non assistere mai a partite scontate, neanche per le corazzate come il Cagliari. Prima del successo in Veneto i rossoblu venivano da un periodo di 4-5 partite di appannamento ma questo succede. Ed è anche un valore aggiunto di questo campionato. Poi non posso che elogiare anche il fatto che, almeno in B, si punti sui calciatori italiani e i frutti alla lunga si raccolgono. (legab.it)

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